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 LE ORIGINI
Le origini di Castelletto sono antichissime; alcune scoperte archeologiche dicono che potrebbe risalire a un periodo anteriore a Cristo.
Il maggior sviluppo pare  risalga alla costruzione del castello, opera della famiglia Clerici, una delle più importanti ville sorte lungo il Naviglio Grande. Costruita su di un colle in posizione dominante, venne costruita verso l metà del 600 secondo una planimetria ad U, probabilmente sulle rovine di una vecchia fortezza.

    Il castello visto dal Naviglio in una stampa d'epoca

Un piccolo ma importante paese
Castelletto e Cuggiono, pur costituendo anche nel lontano passato due entità ben distinte, di fatto hanno avuto una storia comune e parallela, specialmente se si tien conto che fino agli inizi di questo secolo località come lo Scansciolo, il Catenazzone, le Case Alte, senza contare le cascine nella valle, appartenevano alla parrocchia di Cuggiono. Questa comunanza di interessi e vicende appare più evidente a partire dal sec. XVI e troverà uno dei momenti maggiormente significativi nei cent'anni circa in cui i marchesi Clerici fissarono a Castelletto il centro del loro piccolo feudo. Il nostro paese, è vero, era poca cosa, raccolto intorno alla chiesa parrocchiale e al castello, ma non era un'entità trascurabile tant'è vero che Goffredo da Bussero, cronista milanese vissuto nella seconda metà del sec. XIII, non tralascia di inserirlo tra le "parrocchie" della Chiesa milanese. Anzi segnala in esso l'esistenza di due chiese: la parrocchiale dei SS. . Giacomo e Filippo e una scomparsa chiesa dedicata a S. Quirico, menzionata, quest'ultima, anche in una pergamena longobarda anteriore al Mille.
In una ricostruzione dell'estensione della pieve di Dairago, cui Castelletto apparteneva, ai tempi di Goffredo da Bussero. Paesi oggi più grandi del nostro come Malvaglio, Robecchetto, Vanzaghello, Bienate e Furato non avevano ancora raggiunto una consistenza tale da essere promossi alla dignità di parrocchia.

Le tracce del passato
Tutto ciò che di più antico si è trovato fino ad oggi, appartiene alla "cultura di golasecca", che rivela la presenza di un popolo: i Celti, giunti dal centro Europa mille anni prima di Cristo. Sucessivamente si insediarono i Galli, arrivati nel V e IV secolo a.C., provocando la trasformazione della cultura golasecchiana fino ad assorbirla quasi del tutto.
Nella nostra zona,  la comunità, composta da poche famiglie, non poteva innalzare grandi costruzioni architettoniche, che sfidano i tempi; furono invece le difese naturali, che conservano opere minori, ma non meno importanti. Là nelle campagne ci sono altri ricordi che l'uomo ha inconsciamente affidato alla terra e che questa ha conservato: sono le Tombe.
Questo è ciò che troviamo "in Scanscioeu" e "la Gallizia" anche in "Campo Garavaglia" ecc., grazie alle ricerche personali dell'orefice Angelo Rossi di Cuggiono e del medico del comune E. De Agostini, negli anni 1906-1910 e, dal 1920 al 1926, dal capomastro Azzimonti p ., che furono donati al museo civico di Legnano e al museo archeologico di Milano".
Su pubblicazioni del museo di Milano è specificato "Tombe a incinerazione al ponte di Castelletto di Cuggiono, 3 ottobre 1908 e al Campo Garavaglia 10-13 ottobre 1908". E scritto: quasi tutte le ricerche hanno dato bronzi e fittili gallici, fibule e sanguisuga, tintinnabuli, anelli, pinzette, ornamenti a lucertola, braccialettini, poi vasi per alimenti, patene e coppe. I fittili gallici hanno la caratteristica di essere fatti con una terra molto fine e talvolta scura e d'essere levigati a semilucentezza esterna; la cottura è moderata e con notevoli variazioni di tonalità, dovute a disuguaglianze di calore nel cuocere.
Da una lettera di A. Rossi a Castelfranco P. datata 25 gennaio 1909 apprendiamo che "i cittadini, lavorando, trovano sempre qualche utensile e l'ultimo che ho raccolto conteneva, fra altri frammenti, una piccola laminetta di bronzo".
Apprendiamo inoltre che in località Rubone, posta poco più a sud di Castelletto, sempre lungo il Naviglio Grande, furono scoperti vasi di bronzo, situle o ciste, in un fondo allora di proprietà dei conti Cicogna.
Da questi ritrovamenti, dicono gli archeologi, si può concludere che sul ponte di Castelletto doveva esistere una cospicua necropoli del IV secolo a.C., il periodo dell'invasione Gallica nell'Italia settentrionale. Il numero delle tombe scoperte è difficilmente valutabile, però dovevano essere non meno di una trentina.
La località Gallizia, a dispetto del suo nome, diede anche oggetti romani, come una bella testa leonina, con disco traforato, apparentemente destinata a decorare un astuccio in cuoio.
Dopo questo periodo, le informazioni sul nostro paese si perdono nel tempo, fino a quando la storia d'Italia si identificherà con quella di Roma.

I segni della storia
Da alcuni anni si sono costituiti paese due luoghi dove vengono raccolti catalogati e sistemati gli oggetti che hanno caratterizzato la storia della nostra gente, sono importanti raccolte di reperti che meritano di essere visitate  
Villa Lanterna
Castelletto
Si tratta di una raccolta di oggetti antichi, è visitabile facendone richiesta al bar parrocchiale
Ubicato in Cuggiono presso Villa Annoni, è ritenuto uno dei più importanti musei  di vita rurale e contadina Lombarda.