Tutto ciò che di più antico si è trovato fino ad oggi, appartiene alla "cultura di golasecca", che rivela la presenza di un popolo: i Celti, giunti dal centro Europa mille anni prima di Cristo. Sucessivamente si insediarono i Galli, arrivati nel V e IV secolo a.C., provocando la trasformazione della cultura golasecchiana fino ad assorbirla quasi del tutto.
Nella nostra zona, la comunità, composta da poche famiglie, non poteva innalzare grandi costruzioni architettoniche, che sfidano i tempi; furono invece le difese naturali, che conservano opere minori, ma non meno importanti. Là nelle campagne ci sono altri ricordi che l'uomo ha inconsciamente affidato alla terra e che questa ha conservato: sono le Tombe.
Questo è ciò che troviamo "in Scanscioeu" e "la Gallizia" anche in "Campo Garavaglia" ecc., grazie alle ricerche personali dell'orefice Angelo Rossi di Cuggiono e del medico del comune E. De Agostini, negli anni 1906-1910 e, dal 1920 al 1926, dal capomastro Azzimonti p ., che furono donati al museo civico di Legnano e al museo archeologico di Milano".
Su pubblicazioni del museo di Milano è specificato "Tombe a incinerazione al ponte di Castelletto di Cuggiono, 3 ottobre 1908 e al Campo Garavaglia 10-13 ottobre 1908". E scritto: quasi tutte le ricerche hanno dato bronzi e fittili gallici, fibule e sanguisuga, tintinnabuli, anelli, pinzette, ornamenti a lucertola, braccialettini, poi vasi per alimenti, patene e coppe. I fittili gallici hanno la caratteristica di essere fatti con una terra molto fine e talvolta scura e d'essere levigati a semilucentezza esterna; la cottura è moderata e con notevoli variazioni di tonalità, dovute a disuguaglianze di calore nel cuocere.
Da una lettera di A. Rossi a Castelfranco P. datata 25 gennaio 1909 apprendiamo che "i cittadini, lavorando, trovano sempre qualche utensile e l'ultimo che ho raccolto conteneva, fra altri frammenti, una piccola laminetta di bronzo".
Apprendiamo inoltre che in località Rubone, posta poco più a sud di Castelletto, sempre lungo il Naviglio Grande, furono scoperti vasi di bronzo, situle o ciste, in un fondo allora di proprietà dei conti Cicogna.
Da questi ritrovamenti, dicono gli archeologi, si può concludere che sul ponte di Castelletto doveva esistere una cospicua necropoli del IV secolo a.C., il periodo dell'invasione Gallica nell'Italia settentrionale. Il numero delle tombe scoperte è difficilmente valutabile, però dovevano essere non meno di una trentina.
La località Gallizia, a dispetto del suo nome, diede anche oggetti romani, come una bella testa leonina, con disco traforato, apparentemente destinata a decorare un astuccio in cuoio.
Dopo questo periodo, le informazioni sul nostro paese si perdono nel tempo, fino a quando la storia d'Italia si identificherà con quella di Roma.
I segni della storia
Da alcuni anni si sono costituiti paese due luoghi dove vengono raccolti catalogati e sistemati gli oggetti che hanno caratterizzato la storia della nostra gente, sono importanti raccolte di reperti che meritano di essere visitate
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Villa Lanterna
Castelletto
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Si tratta di una raccolta di oggetti antichi, è visitabile facendone richiesta al bar parrocchiale
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Ubicato in Cuggiono presso Villa Annoni, è ritenuto uno dei più importanti musei di vita rurale e contadina Lombarda.
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